PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
a Palazzina di caccia di Stupinigi è un'architettura di Filippo Juvarra, facente parte del circuito delle residenze sabaude in Piemonte, proclamato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
È situata nella località di Stupinigi (comune di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino.
Il territorio definito in età medioevale Suppunicum presentava già un piccolo castello, tuttora visibile a levante della palazzina, che anticamente difendeva il paese di Moncalieri: esso era possesso dei Savoia-Acaia, nel corso degli anni le terre adiacenti al castello erano divenute luogo ideale per le battute di caccia dei duchi.
Fu Vittorio Amedeo II di Savoia a vagheggiare la trasformazione del complesso in una palazzina degna della nuova figura reale.
Era l'aprile 1729, e venne affidato il progetto a Filippo Juvarra.
Fu ceduta al demanio statale nel 1919 e nel 1925 fu restituita, con le proprietà circostanti, all'ordine mauriziano.
La pianta è a quattro bracci a croce di Sant’Andrea. Bellissimo il giardino e affascinante il lungo viale che conduce alla palazzina, arrivando da Torino, fiancheggiato da cascine e scuderie.
Il nucleo centrale è costituito da un grande salone centrale di pianta ovale da cui partono quattro bracci più bassi a formare una croce di Sant'Andrea. Nei bracci sono situati gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti.
Il cuore della costruzione è il grande salone ovale a doppia altezza dotato di balconate ad andamento "concavo-convesso", sormontato dalla statua del "Cervo", opera di Francesco Ladatte: con l'allontanarsi di Juvarra da Torino (destinazione Madrid), il principe Carlo Emanuele III affidò la direzione dei lavori a Giovanni Tommaso Prunotto, il quale provvide ad ampliare la palazzina partendo dagli schizzi lasciati dall'architetto messinese, cercando così di salvaguardare i complessi giochi di luce e di forme cari al suo predecessore.
La costruzione si protende anteriormente racchiudendo un vasto cortile ottagonale, su cui si affacciano gli edifici di servizio.
Il salone, cuore della palazzina, fu la prima idea dello Juvarra ad essere portata a termine, tant'è vero che già nel 1730 era concluso e il 10 febbraio 1731 il re commissionava ai fratelli Giuseppe e Domenico Valeriani un grande affresco sulla volta, raffigurante il Trionfo di Diana, la dea della caccia.
I lavori per la realizzazione di tali affreschi iniziarono già l'8 marzo, concludendosi nel 1733. Sembra che lo Juvarra abbia imposto lo schema della quadrature ai due fratelli per non rovinare il suo complesso disegno d'insieme: tale ipotesi appare avvalorata dalle finte architetture della volta, di stile juvarriano.
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